Con la sua automanifestazione, il Dao dà vita alle tre componenti principali del cosmo. Chiamati collettivamente i “tre tesori” (sanbao), questi componenti sono jing, o Essenza, qi, o Respiro, e shen, o Spirito. Ognuno di loro ha due aspetti, legati alla loro natura non manifestata o “preceleste” e alle loro forme “postcelesti” nel mondo manifestato. Gli stessi tre componenti sono visti anche come i componenti primari dell’essere umano.
Nei loro aspetti precosmici, shen, qi e jing (in quest’ordine) rappresentano tre fasi consecutive nel processo di generazione del cosmo, dallo stato iniziale di Non-Essere e Vuoto (wu, xu) alla coagulazione del Essenza che finalmente genera le “diecimila cose”.
Shen è il principio che presiede alle entità non materiali (comprese le divinità celesti, che sono anche chiamate shen, “spiriti” o “dei”); jing è il principio che presiede alle entità materiali; e qi è il principio che mantiene l’intero cosmo per tutta la sua estensione e durata e durante i suoi continui cambiamenti. Sotto questi aspetti, jing, qi e shen sono solitamente preceduti dalla parola yuan, “originale” (yuanjing, yuanqi, yuanshen). In alcuni casi, il Respiro Originale (yuanqi) è visto anche come un principio prima dell’emergere dell’Essenza, del Respiro e dello Spirito; quando è usato in questo senso, è anche chiamato Respiro Ancestrale (zuqi) ed è equiparato al Dao stesso.
Nel mondo manifesto le tre componenti assumono aspetti differenti. Riguardo all’essere umano, shen emerge come mente (lo “spirito cognitivo”, shishen, o “spirito pensante”, sishen); qi appare come respiro; e le principali materializzazioni del jing sono, oltre ad altri componenti liquidi del corpo, come la saliva e le lacrime, lo sperma negli uomini e il sangue mestruale nelle donne.
Nei Dan – Wei Dan
Origini di Neidan
Nel periodo Tang (VII-IX secolo) lo spostamento dell’attenzione dal rituale alla cosmologia ha anche aperto la strada allo sviluppo dell’approccio Neidan. Tuttavia, le radici di Neidan sono molteplici, e sarebbe riduttivo vederlo come una mera trasposizione di Waidan su un piano “interiore”: Neidan deve le sue origini ai metodi di meditazione sugli dei interiori più che una trasposizione dell’ approccio Waidan.
Concetti Chiave di Neidan
Soprattutto per influenza del buddismo e del neoconfucianesimo, le pratiche di Neidan concentrano i suoi contenuti e la sua pratica su xing e ming, due concetti cardine nella visione dell’essere umano. Xing denota la “natura interiore”, che è correlata allo Spirito (shen) e riguarda il proprio “cuore” o “mente” (xin). I testi neidan spesso parlano di xing usando termini ed espressioni buddiste, come “vedere la propria natura” (jianxing), e usano persino il termine “natura del Buddha”. Ming, termine ancora più complesso, è legato al Respiro (qi) e attiene al “corpo” (shen). Il termine significa in primo luogo il “comando” o “mandato” conferito dal Cielo, ma i suoi sensi comprendono anche “vita”, “esistenza”, “durata della vita”, oltre che “destino”.
Sviluppo di Neidan
Per quanto ne sappiamo, Neidan si sviluppò dall’inizio dell’VIII secolo in poi. Due dei suoi rami principali, emersi tra il XII e il XIII secolo, sono tradizionalmente attribuiti alla creazione di modelli di autocoltivazione basati sui concetti sopra riassunti. Il primo modello, associato al Nanzong (lignaggio meridionale), dà la priorità iniziale alla coltivazione del proprio ming (esistenza), passando gradualmente alla coltivazione dello xing (natura interiore) man mano che la pratica progredisce. Il secondo modello, associato al Beizong (Lignaggio Settentrionale), enfatizza invece la coltivazione del proprio xing mediante “chiarezza e quiescenza” (qingjing); si dice anche che questo implichi la coltivazione del proprio ming. Nonostante le differenze tra questi due modelli, Neidan nel suo insieme insiste sul fatto che sia xing che ming dovrebbero essere coltivati, una visione che si riflette nel termine “coltivazione congiunta della natura e dell’esistenza” (xingming shuangxiu).
Pratica Neidan
Nella sua codificazione più diffusa, che ha origine nel Lignaggio meridionale, la pratica Neidan si compone di tre fasi principali. Il suo scopo è condurre un adepto dai domini postcelesti a quelli precelesti attraverso la graduale reintegrazione di ciascuna delle tre componenti principali dell’essere umano – Essenza, Respiro e Spirito – in quella che lo precede, culminando nel ritorno al stato di Non-Essere (wu), o Vacuità (xu, kong). Mentre questa è la funzione dell’alchimia in sé, alcuni autori indicano che il processo di ascesa al dominio preceleste dovrebbe essere seguito da una nuova discesa o ritorno al dominio postceleste, al fine di fonderli l’uno con l’altro. La pratica sopra delineata è spesso descritta come la generazione di “una persona fuori della propria persona” (o “un sé fuori di sé”, shen zhi wai shen), definita come la “vera persona” (zhenshen). In questo caso, le fasi principali della pratica sono rappresentate come il concepimento, la gestazione e la nascita di un embrione, che personifica lo stato realizzato del praticante.
Conclusione e Visione Alchemica
In un altro punto di vista, l’**Elisir Interno** è visto come già posseduto da ogni essere umano e come identico al proprio stato innato realizzato. Liu Yiming (1734-1821) esprime questo punto di vista dicendo: “Tutti gli esseri umani hanno questo Elisir d’Oro completo in se stessi: è interamente realizzato in tutti”. In termini più sintetici, l’alchimia esterna era dunque l’assunzione di minerali, mentre l’alchimia interna è il nei gong, il qi gong (chiamato anche dao yin), la meditazione, le pratiche tantriche (in cui si usava il sesso non solo per il piacere o la riproduzione, ma per guarire), l’auto coltivazione (chiamata anche la ricerca del vero sé, è identificare quello che veramente siamo e pensiamo rispetto a quello che ci è stato insegnato), xing e ming sono i due elementi complemetari per raggiungere questa condizione.
Pratiche e Trasformazioni
L’alchimia interna arrivò anche a comprendere esercizi di “allenamento esterno” attraverso cui si trasformavano i tendino muscolari e le fasce, questi esercizi erano chiamati Yi jing jin che vuol dire trasformare i tendino muscolari. Quindi l’alchimia interna non comprendeva solo meditazioni, ma anche esercizi che trasformavano il corpo esternamente. L’obiettivo era andare da qualcosa di molto denso, corrotto, consumato, verso qualcosa di molto prezioso. Abbiamo l’immagine dell’oro che nonostante passino i millenni rimane incorrotto e incontaminato, non è soggetto ai fattori esterni, mentre l’argento diventa scuro, rame e ferro e arrugginiscono, sono soggetti ai fattori esterni. Lo shen è incorruttibile mentre il jing è corruttibile, ma l’idea è che qualcosa di corrotto possa essere redento, reso leggero e incorrotto, ecco l’immagine di trasformare il piombo in oro. Nell’ambito alchemico il jing corrotto può essere trasformato in shen, viene utilizzato l’ago di argento per avere a che fare con la corruzione, poi l’ago d’oro per avere a che fare con la trasformazione e l’accettazione di qualcosa di molto puro. L’ago di rame e di ferro sono invece dei mediatori tra argento e oro.
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